sabato 28 marzo 2015

Una mattina....

Una mano allungata aspetta qualche centesimo
la barba incolta, il sapore amaro della solitudine,
un angelo per chi sa vedere, un cane per chi solo vede...
Amarezze in quella mano.... fallimenti,
quante volte si è allungata a chiedere aiuto....
chissà se hai famiglia... chissà se hai figli...
Un viso rassegnato che accetta un piccolo segno,
sorridente ma pieno di angosce nascoste...
lasciate al caso del chissà.... forse.. domani.
Sei a fianco della chiesa, appoggiato sul ciglio della porta,
chissà quante volte sarai entrato veramente...
se hai pensato di pregare per una vita... prima di arrenderti.
Un tozzo di pane basterebbe per arrivare a domani,
ma in fondo..... non lo vuoi...... rimani lì,
pregando il tuo dio che senti tintinnare in una moneta.
Lasci al caso la vita, ......già abbandonata,
sull'angolo della strada..... in una bottiglia,
dimentico di una lontana nostalgia passata.
Chissà se il tuo Dio mi osserva mentre penso,
che hai fatto per riprendere ciò che hai già avuto...
che vuoi dimenticare......... stordendo i pensieri.
Vorrei aiutarti ......non posso, rimango
ad osservare la tua amara gentilezza
di chi ha paura e non prova vergogna.
Che male puoi aver fatto per morire così,
quanto male vuoi farti, prima di comprendere
che la tua vita................ vale quanto la mia.
Ti lascio con i pensieri... come ti ho incontrato,
sulla cima delle scale col cappello fra le mani,
con l'angoscia di sapere che ti sei arreso.......
A. Epstain (3)

tratto da: tuttoggi.info/mendicante

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