C'era una volta un uomo che sentiva il gusto della vita, conduceva una vita tranquilla e soprattutto aveva la pace nel cuore, non cercava nulla al di fuori dell'ambito familiare, pensava che ci fosse tra lui e gli altri un muro che doveva difendere attorno al suo mondo.
Una sera, in occasione di un discorso un pò lasciato al caso, i due discussero e si trovarono a parlare della propria vita.
Dalle prime battute, lui capiva uno scontento nelle lamentele di lei, c'era l'insicurezza nel capire se la vita che conduceva era nella direzione giusta, aveva qualcosa di tenero... ma di confuso, dentro.
"per favore aiutami, farei qualsiasi cosa per riuscire a capire la mia vita, per poter vivere felice e tranquilla"
"te la regalo, se proprio vuoi cambiare, leggi questo libro" fu la risposta.....
Da quel giorno le due vite cominciarono a cambiare, si avvicinarono ma come su una bilancia, dove al centro esiste il fulcro, rimanevano seduti a guardarsi sulla altalena delle azioni , senza avvicinarsi mai, se non per discutere sui progressi di lei e sulle imposizioni di lui.
L'uno dipendeva dall'altro, ma non riuscivano a toccarsi perchè sarebbero dovuti scendere da quell'altalena che li avrebbe abbandonati sul ciglio, l'uno senza più dondolare e l'altra a guardare immobile la clessidra del tempo, che altrimenti, non sarebbe mai riuscita ad afferrare.
Escogitarono uno stratagemma, sempre seduti al loro posto, cercarono di avvicinarsi per toccarsi una mano; quella poteva essere una soluzione, pensarono, almeno le mani potevano toccarsi...... ma erano consapevoli di perdere il controllo del movimento dell'altalena, i piedi ,ormai... rimanevano sollevati da terra.
L'uno dipendeva dall'altra......
Ognuno provava gusto nel salire in alto per poi ridiscendere e la felicità rimaneva in quel poter salire, ma mentre uno saliva l'altro, per forza scendeva e l'altalena del tempo, continuava questo movimento infinito.
Lo strano di questa storia, è proprio quell'altalena che li legava ma, alla stesso tempo, li allontanava.
"fermati, mi gira la testa, non sono abituata" diceva lei "devo imparare ad accettare quello che mi racconti, ma fallo lentamente, non riesco a metabolizzare in una sola volta......."
Lui capiva che più la giostra si muoveva, più amava i traguardi di lei.
Minacciò di scendere se avessero passato il limite, che lei voleva raggiungere, sapeva che avrebbe sofferto, una volta che uno dei due, avesse smesso di dondolare....
"non mi importa corri e aiutami a vivere, non ho mai provato a sentirmi così bene....."
Non c'era più soluzione, se lui l'avesse abbandonata, tutto... si sarebbe trasformato in una delusione e nel contempo lei, avrebbe perso quanto iniziato. Continuare per lei, vederla felice una volta nella vita, sostituire gli altri regalando ciò che non aveva mai posseduto. Pensava, sarebbe valsa la pena per la felicità...., mentre le diceva..... "nulla è impossibile".
Intanto la bambina cresceva e la giostra accelerava, sino a che, alzando una mano, riuscì a toccare il cielo con il proprio dito e gridare "evviva, esisto anch'io...."
Una , due , tre volte e poi..... Poi si aggrappò ad una nuvola per volare via, mentre la giostra di colpo si fermava lasciando lui.... solo, come aveva previsto, a soffrire della nostalgia di vederla sorridere felice.
Ora....... dall'altro lato dell'altalena non c'e più nessuno...
A.Epstain (2)
foto da: www.iviaggiatorifaidate.com |
Nessun commento:
Posta un commento
Se desideri condividere impressioni su quello che hai letto, lascia un commento, te ne sono grato.