Volevamo conquistare il mondo..
cercavamo la perfezione dove non c'era,
ai piedi avevamo le scarpe che papà
ci aveva comperato ...
Volevamo cambiare il mondo..
il nemico si nascondeva tra i sorrisi,
alle volte rideva per i nostri vestiti..
ma ci credevamo...
Sorrideva anche la nostra età...
sembrava eterna nel suo passare,
tra notti insonni e mirabili conquiste..
ma amavamo..
Ricordo di Giulio davanti al corteo...
con lo striscione che gridava al mondo,
vestito come un barbone, con le scarpe consumate..
ma..non era povero..
Ricordo la corriera delle sei, al mattino..
il vicepreside che ci diceva di affrettarci,
appena suonava la campanella...
ma allora studiavamo...
...il mio compagno di banco...
sempre pauroso di essere interrogato,
i compiti del mattino, che mi passava..
ora lavora in una fonderia...
I ricordi affiorano come rose appassite...
Giulio ora fa l'architetto, nello studio del padre..
io.. sono diventato uno di quei professori..
ma ora... cosa siamo..?
A.Epstain
tratto da: proteste del " 68" |