Un anziano seduto in un giardino pubblico
sta bevendo un caffè , lento nel suo fare...
I vestiti che porta lasciano pensare
che ha vissuto un angolo di vita
già intenso, il suo agire calmo
aiuta la sicurezza che possiede
nel girare quelle pagine di giornale
che legge dietro alle lenti spesse....
Poco vicino in basso, un cane sdraiato ai piedi,
tenuto da un sottile guinzaglio marrone.
Il cappello che indossa racconta una estate,
gli occhi abituati alla lettura ma.. calmi,
ogni tanto si rivolgono verso la fontana
dove i passeri giocano con cinguettii infiniti..
La giornata è calma, la ghiaia attutisce
i passi delle persone che rompono il silenzio,
anch'esse osservano qualche istante quell'acqua
in cerca di un pesce rosso che ogni tanto appare.
Lento nella sua lettura, lui sa che il tempo lo aspetta...
seduto vicino...... a dividere ricordi.
Già i ricordi in quel giardino.... ricordi..
i mille sorrisi, le mille parole d'amore,
le tante speranze, le strette di mano,
gli odori dei fiori a maggio, il cuore che batte...
le voglie infinite che finivano troppo presto....
con lo stesso orologio che ha ancora al polso...
Il primo bacio e le speranze infinite
nel vivere quei momenti... quegli incontri
cosi intensi, così pieni di desideri,
anche quando la pioggia cadeva, su quella stessa ghiaia....
Non esistono ricordi che tornano, lo sà..
il suo viso racconta di un tempo già passato...
vissuto e consumato in quel giardino
con lei, con i figli, con i nipoti, da solo...ora.
Si... solo come il cane che lo osserva
senza dire nulla ma che racconta in uno sguardo....
come comprendesse che il tempo sta per scadere
anche per il caro amico e la responsabilità
di un vuoto da riempire in quel guinzaglio....
anch'esso consumato, come quel tempo.
L'uomo non dice nulla.... non vale la pena,
nulla ritorna, nulla rivive, nulla risorge.....
ha compreso che neppure le lacrime troverebbero
un modo migliore per sopravvivere....
Abbandona a quel caffè i ricordi.... come ogni mattina
a quelle dolci e profonde sensazioni che prova ancora...
che ormai non racconta più...... neppure a se stesso.
Ha compreso l'inutilità di vivere nel passato..
come ne fosse geloso e unico custode rimasto....
Chiude il giornale..... se ne va, lentamente..
sa che è un giorno come tanti....come troppi trascorsi
della sua vita...
A.Epstain (2)
tratto da: barchiosco.it |
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