un fiore appassito nel vaso.
Note che arrivano, evaporano,
e pezzi di vita di contorno,
a ricordare com'era ieri..
Caro professore,
abituato a dirigere orchestre,
rimani seduto al pianoforte,
spolverando vecchie note cadenzate,
come un nastro consumato.
La vita ti ha regalato fortuna..
ma sei rimasto solo..., lamenti.
"Lei se ne è andata prima..."
Aspetti nel silenzio che già conosci,
cavalcando note solitarie nella mente..
Il cammino è al termine,
lo senti nelle ossa, nelle mani,
nella solitudine....
Aspetti battendo sui tasti,
per incantare la fantasia..
In cucina, sempre ordinata,
la minestra leggera per la sera.
Mi racconti che l'appetito scompare,
mentre la passione sopravvive,
così rimani... sulle nuvole, che hai creato.
Avrei voluto conoscerti,
per sorridere con te una intera sera,
ascoltare i racconti..in bianco e nero,
ora appoggiati sul tavolo dei ricordi
e impolverati.
Siamo uomini , caro professore,
viviamo la vita senza comprenderla,
finiremo senza sapere..perchè,
ma è ora di andare...
e spegnere i ricordi...
A. Epstain
tratto da: concerto-per-flauto-e-pianoforte |
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