Bambini che giocano,
segni del destino
che segneranno il futuro.
Occhi che osservano
lenti nel girarsi,
quasi sentissero dentro.
Donne che parlano più in là
a raccontare follie su altri,
da loro mai vissute.
Un cane sul sole del pomeriggio
che passa senza curarsi di te,
annusando un angolo della via.
Io che aspetto seduto
su questa panchina
lasciando i perchè al calore.
Foglie che non si muovono,
aspettando un vento
che non arriva mai.
Mi spengo lentamente
come questa gente immobile,
ad aspettare la sera.
A.Epstain (2)
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| tratto da: siti-unesco-sicilia |
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